Con l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, a sedici anni, ciascun giovane italiano dovrebbe aver acquisito le sedici competenze di base, così come definite dal decreto ministeriale 139 del 22 agosto 2007 (clicca e scarica qui).
Il MIUR, con decreto n. 9 del 27 gennaio 2010 (clicca e scarica qui) ha adottato un modello di certificazione relativo alle sedici competenze di base, obiettivi irrinunciabili di apprendimento per le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Ecco il modello di certificato (clicca e scarica qui).
Il certificato non è sufficiente, occorre conoscere le Linee Guida del MIUR per l’attuazione dell’Obbligo di Istruzione (clicca e scarica qui).
Occorre conoscere bene l’intervento di riordino della valutazione che è stato fatto dal PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, con il decreto 122 del 22 giugno 2009 (clicca e scarica qui).
E le indicazioni del MIUR: Indicazioni per la certificazione delle competenze relative all’assolvimento dell’obbligo di istruzione nella scuola secondaria superiore
Con queste conoscenze di base un insegnate può iniziare ad attrezzarsi per definire gli obiettivi di apprendimento insieme ai propri allievi e impostare una didattica per competenze.
Scarica gratuitamente il volume: INSEGNARE PER COMPETENZE, che ho scritto per Loescher (clicca e scarica da qui).
Grazie mille per aver caricato il materiale delle lezioni Tfa.
Patrizia
grazie a voi se lo studierete e soprattutto, se vi impegnerete ad applicarlo nella professione… a vantaggio degli alunni
Meglio specificare i dati completi:
Patrizia Scartabelli, TFA c.d.c. A050
Concordo con Patrizia, è una bella opportunità. Soprattutto grazie per l’articolo sulle competenze visto che ero stata io a chiedere delucidazione. Scarico il libro e ne parliamo. Elena Valli A052
Grazie
Mi accodo ai ringraziamenti. Per i commenti, se ne riparlerà dopo la lettura. A presto.
grazie a voi
Prima di tutto grazie per il materiale che ci ha postato, interessante e in grado di stimolare tutta una serie di riflessioni. Attualmente ho un incarico in un Istituto tecnico e svolgo il tirocinio presso un Liceo e, volente o nolente, mi capita spesso di fare dei confronti tra la teoria dei decreti e delle linee guida ministeriali e la concreta realtà scolastica attuale in cui la logica delle competenze stenta a penetrare e domina spesso il “oddio, devo finire il programma”. A supporto di ciò posso portare la mia partecipazione ad un collegio docenti incentrato sull’urgente necessità di un corso di formazione sulla progettazione e la valutazione per competenze data l’incapacità degli insegnanti di comprendere la diversità d’impostazione e di procedere poi ad una corretta compilazione del “Ceriticato delle competenze di base acquisite nell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione” se non attraverso un’improbabile trasformazione voto (basato sulle mere conoscenze) – livello di competenza acquisito. Con la speranza che tali informazioni ci permettano di lavorare in maniera più consapevole, a presto.
speriamo che la formazione non serva solo a compilare correttamente la certificazione… diffondete anche tra i colleghi il volume gratuito “Insegnare per competenze”, almeno è un’introduzione, per quanto sommaria e incipitaria…
Molte grazie anche da parte mia per il materiale messo a disposizione.
Già durante le lezioni ho cominciato a rendermi conto del fatto che l’insegnamento e la valutazione per competenze si configurano come una specie di “rivoluzione copernicana” nell’insegnamento, ora ne ho apprezzato i riferimenti normativi. Questa nuova modalità di insegnare mi sembra adatta a rispondere non solo alle preoccupazioni degli adulti (e del legislatore) in merito alla corrispondenza tra titolo di studio conseguito e capacità di usare quanto appreso in situazione, ma anche alle domande stesse dei ragazzi. Spesso, infatti, i ragazzi della terza media nella quale insegno mi fanno domande spiazzanti del tipo: “Prof., ma a che serve? È vecchio!” e magari si sta parlando di Pirandello! Figuriamoci quando si parla di autori anteriori! Insegnare per competenze la letteratura allora significa forse presentarla in modo nuovo: innanzitutto, come ormai è riconosciuto da molti che operano nel mondo della scuola, partire dai testi, senza appesantirli troppo in fase iniziale con lunghi cappelli sulla vita dell’autore, sulla poetica … queste saranno conoscenze che si potranno approfondire in un secondo momento. In secondo luogo, scegliere testi di cui sia colta l’attinenza con il presente: in questo modo un autore come Dante, quando sferza nella “Commedia”, potrà essere attualissimo! Questo non significa cancellare lo studio della nostra storia letteraria, significa solo prescindere da un certo modo autoreferenziale di approcciarsi ad essa. Lo scopo ultimo dello studio della letteratura sarà allora quello di far appassionare i ragazzi alla lettura. Inoltre, insegnare per competenze, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado, significa anche insegnare l’italiano professionale: ad esempio scrivere un buon curriculum, senza errori linguistici, è ormai condizione indispensabile se si vuole essere assunti. Queste sono solo alcune suggestioni: sarà poi l’esperienza a dirci come insegnare secondo questa nuova prospettiva.
Grazie a lei Francesco, certo che Dante può essere nuovo e nuovi possiamo essere anche noi, per prima cos ricordandoci che lo studio della letteratura non è un fine in se stesso, ma un mezzo per far conseguire, ai ragazzi determinate competenze, prima di quelle specialistiche senza dubbio quelle di base. Un curriculum è sicuramente importante, ma in generale saper interpretare un testo che sia un racconto o che sia una lettera di un gestore telefonico, saper usare i diversi registri che la comunicazione verbale richiede, saper produrre scritture adeguate a un sms o a una mail di invito per una serata a due etc… Grazie per la testimonianza.
Sono un’insegnante di francese e In sede di scrutinio finale abbiamo compilato le schede di certificazione delle competenze e ho notato che nell’asse dei linguaggi, per la parte che riguarda la lingua straniera, c’è scritto : specificare la prima lingua studiata e vengono date indicazioni solo per la lingua inglese, e non viene fatto alcun riferimento alla seconda lingua. Ho fatto presente la cosa al consiglio di classe e mi è stato detto di non preoccuparmi in quanto la seconda lingua non viene neanche presa in considerazione. Io invece mi preoccupo, eccome, in quanto insegno in un AFM dove la lingua straniera è una delle materie caratterizzanti il corso di studio, e considerato che sono stati già operati tagli lineari sulla seconda lingua straniera in diversi corsi di studio senza prendere in considerazione né le indicazioni del Trattato di Lisbona né quello di Maastricht, non vedo perché debba privare i miei alunni anche di questa rilevazione. Ringrazio per l’eventuale risposta e per la cortese attenzione e chiedo, se possibile inviarmi qualche nominativo e indirizzo e-mail a cui poter sottoporre la questione.
mi scusi ma la certificazione a cui fa riferimento è quella delle sedici competenze di base?
se è così non significa che vi sia mortificazione della seconda lingua studiata, ma solo
che essa non è tra le competenze di base che sono solo sedici… e mi sembra naturale…
sono disponibile a fornirle chiarimenti, scriva pure una mail a federico.batini@unipg.it (la prossima settimana cortesemente)
buongiorno, mi chiamo Barbara Pisano e non riesco a scaricare il volume Insegnare per competenze; clicco ma si aprono siti a pagamento. come posso fare ? grazie mille e buona continuazione
https://federicobatini.wordpress.com/2013/02/26/insegnare-per-competenze-loescher-editore-volume-gratuito/
ho provato anche adesso, se lei va al link citato qui sopra
e clicca su: POTETE SCARICARLO ORA CLICCANDO QUI
il link funziona perfettamente… altrimenti direttamente dal sito Loescher andando nella sezione I quaderni de La Ricerca
spero di averle risolto il problema…
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