L’uomo che piantava gli alberi

uomo  Anni fa ho avuto la possibilità di fare una mia traduzione di questo splendido testo, per usi non commerciali, le citazioni che propongo, lo dico per correttezza, vengono da quella traduzione e non dalla versione Salani in commercio in italiano.

” Il pastore che non fumava andò a cercare un piccolo sacco e versò sul tavolo un cumulo di ghiande. Si mise a esaminarle una dopo l’altra con molta attenzione, separando le buone dalle bacate. Io fumavo la mia pipa. Mi proposi per aiutarlo, mi rispose che era affar suo. In effetti: vedendo la cura che metteva in questo lavoro non insistetti. Questa fu tutta la nostra conversazione. Quando ebbe, dal lato delle buone, un mucchio abbastanza grande, le contò, dividendoli in mucchietti da dieci. Facendo così, eliminava ancora alcuni dei piccoli frutti anche quelli che erano leggermente screpolati, perché li eliminava da molto vicino. Quando ebbe di fronte a sè cento ghiande perfette, si fermò ed andammo a dormire. La compagnia di quest’uomo dava pace. L’indomani gli chiedi il permesso di riposare tutto il giorno a casa sua. Lo trovò del tutto naturale, o, più esattamente, mi dette l’impressione che niente, lo potesse disturbare. Questo riposo non mi era assolutamente necessario, ma ero incuriosito e volevo saperne di più. Fece uscire il suo gregge e lo condusse al pascolo. Prima di partire, bagnò in un secchio d’acqua il piccolo sacco dove aveva messo le ghiande scelte e contate con tanta cura. ”    

Un uomo sta facendo una lunga passeggiata in zone semi-desertiche. L’acqua che ha portato con sé è finita e non riesce a trovare una fonte. In difficoltà viene aiutato dall’incontro con un pastore solitario. Il pastore gli offre ristoro e ospitalità e lo incuriosisce con una scelta meticolosa di ghiande… Il giorno dopo la scoperta: quell’uomo piantava alberi, in perfetta solitudine. Perché? Con quali risultati? Una straordinaria metafora sul potere di ognuno, sulle possibilità che ha ciascuno di noi attraverso la costanza e la forza di volontà, ma anche uno splendido omaggio a un rapporto più equilibrato tra uomo e natura e una riflessione incantevole sulle conseguenze a lungo termine di ogni azione. Una lettura veloce e agevole che rimane in testa per una vita e può costituire uno splendido stimolo didattico.

La scheda di Salani, editore italiano del romanzo.

Credo che la forza e la potenza della narrativa non vada cercata nell’autenticità o meno di quanto si racconta. Non è più forte una storia vera, a volte la finzione, la fiction aiuta a comprendere, per metafora, moltissimo. Tuttavia questa storia fa sorgere a molti una domanda: la storia raccontata da Jean Giono è autentica o meno? Sciogliamo il dubbio attraverso la lettera che Giono scrisse al “Conservatore delle Acque e delle Foreste” di Digne, il Signor Valdeyron, nel 1957, a proposito di questa novella (sottolineando ancora come questa risposta non tolga nulla al valore dello splendido racconto di Jean Giono):

Caro Signore,

Mi spiace deludervi, ma Elzéard Bouffier è un personaggio inventato. Lo scopo era quello di far amare l’albero, o meglio di far innamorare del piantare gli alberi (questa è, da sempre, una delle idee alla quale sono più affezionato). Ora se si giudica dal risultato, lo scopo è stato raggiunto da questo personaggio immaginario. La storia che avete letto in «Trees and Life» è stata tradotta in danese, finlandese, svedese, norvegese, inglese, tedesco, russo, cecoslovacco, ungherese, spagnolo, italiano, yddisch, polacco. Ho concesso i diritti gratuitamente per ogni riproduzione e traduzione. Ultimamente è venuto da me un americano che mi ha chiesto l’autorizzazione di stamparne 100 000 copie per diffonderle gratuitamente (cosa che io ho, ben inteso, accettato). L’Università di Zagreb ne ha fatto una traduzione in jugoslavo. Tra le mie storie è una di quelle di cui vado più fiero. Non mi ha portato un centesimo ed è per questo che ha raggiunto lo scopo per il quale è stato scritto. Mi piacerebbe incontrarvi, se vi è possibile, per parlare precisamente dell’utilizzo pratico di questo testo. Credo che è tempo che si faccia una  «politica dell’albero» anche se il termine “politica” sembra molto poco adatto.

La versione illustrata di Magazzini Salani: qui.

Molto cordialmente.

Jean Giono

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